giovedì 25 settembre 2008

Libri Liberi

Ho letto di una proposta di scaricare le spese relative ai libri scolastici e mi sembra a primo acchito buona, ma mi spinge anche ad approfondire alcune riflessioni già altrove accennate.

Ho l'impressione che puntualmente, con cadenza stagionale, si sollevino ogni anno presunte problematiche sociali, da utilizzare all'occorrenza come asso nella manica dal grande navigatore di turno.

É il caso dei libri scolastici in autunno, anche se quest'anno praticamente si è cominciato a parlarne già a Ferragosto, probabilmente non se ne poteva fare a meno, un po' come per le decorazioni natalizie che incombono su di noi già a fine settembre e non si vede l'ora di sistemarle e si fatica a riporle poi negli scatoloni quando è passata la festa.

Ma dicevo, tali timori di nuovo millennio si ripresentano ciclicamente, nascono come muoiono repentinamente, così come dopo la sbornia natalizia, si passa alle pandemiche influenze dagli esotici nomi, alle catastrofiche crisi termiche, dovute all'altalenante gas russo, poi se siamo fortunati, se non ci saranno attentati o calamità naturali di un qualche rilievo, si giungerà alla tarda primavera per rispolverare la crisi energetica da condizionatore selvaggio e simili facezie.

Più specificamente, sui libri di testo vorrei chiarire alcuni dettagli, non del tutto marginali.

Per grazia ricevuta, dalla ministra Gelmini, anche quest'anno scolastico risulto arruolato in quel di Bengodi, della Pubblica Istruzione (alias MIUR), e quindi posso parlare anche con nozione di causa.

Due anni fa il dirigente scolastico della mia Scuola ricevette un richiamo ufficiale da parte dell'immanente Bottino per aver sforato il tetto limite di spesa per i libri di testo, stabilito intorno ai 200,00 , e che se non erro, con buona pace dei genitori e di coloro che ne fanno un uso demagogico, è in vigore nella Scuola Secondaria di Primo Grado da circa quattro anni, ovvero dall'entrata in vigore della riforma morattiana.

Tornando alla "mia" scuola si evidenziò poi che il tetto era stato sforato poiché erano stati conteggiati nel totale anche i testi cosiddetti consigliati, che in quanto tali non computabili. Già questa potrebbe essere una chiave di lettura interessante, che non tutti forse tengono in considerazione quando si parla di sforamento. Inoltre i testi non possono essere cambiati tutti gli anni secondo un altro andante, perché in quella che una volta si chiamava Scuola Media il libro deve almeno terminare il ciclo dei tre anni, e mi risulta che presso la "Superiore" accada lo stesso, ma per i relativi cinque anni, per non parlare della Primaria dove addirittura son gratuiti.

Per quel che concerne le nuove edizioni, non escludendo a priori furbonerie editoriali, mi sento di dire che didattica e ricerca vanno sempre avanti perché, per fortuna, l'umano pensiero non s'è ancora fermato. Sostengo che se un dizionario di Latino (cosiddetta lingua morta) ha costi ancora rilevanti pur essendo secondo taluni priva di aggiornamenti, va detto che l'approccio alla lingua cambia come cambiano i metodi di didattica della stessa e di tutto quello che ad essa è relativa, e se tutto questo risultasse ostico per i più, che male farebbe un dizionario della nostra lingua d'origine in casa di ognuno di noi. Il discorso vale a maggior ragione per il resto della bibliografia scolastica.

In tempi come questi dove internet sembra portarti il mondo in casa ( ma non lo fa! Tutt'al più, te lo allontana) sembra oltremodo superfluo parlare di libri, e non mi è mai sembrato risultassero ai miei simili un bene indispensabile nelle loro case, eccetto come soprammobile. Da notare poi che il basso grado di scolarizzazione del nostro Paese, rispetto ai nostri concorrenti economici, dovrebbe incentivare l'acquisto di libri e mezzi didattici, per elevare le masse di consumatori a orde di cittadini assetati di sapere e mossi da sacrosanta e sana curiosità.

Per questo, sorvolando sul fatto che le famiglie si accorgono del caro vita solo con i libri, scolastici e non, ben venga tale defiscalizzazione, anche se sembra un modo per riparare un torto inferto all'editoria. Dato il colpo al cerchio adesso tocca alla botte.

Ciro

 

mercoledì 24 settembre 2008

Comunicazione di servizio: anti-spam

Siccome il blog e' stato infestato da messaggi-spazzatura (spam),
ho cambiato l' indirizzo e-mail cui mandare i post in

anttarta.sanbastiano@blogger.com

Per un po' dovrebbe funzionare...

Antonio

giovedì 18 settembre 2008

Maga Merlin

Vi sembrerà strano ma volevo fare un elogio alla ministra Carfagna, per le misure prese contro la prostituzione. Fuorviando ogni ombra di dubbio sulla mia opinione, sostengo pienamente l'iniziativa, ma esprimo alcuni pensieri e perplessità a riguardo.

Sono pressoché convinto che l'iniziativa legislativa dell'avvenente onorevole salernitana abbia ragion d'essere non solo nel voler ripulire le strade da invereconde morette, fedifrage slave o autoctone meretrici, ma quello non meno palese di redimere se stessa.

In effetti l'incarico al dicastero collimava difficilmente con il suo passato di soubrette dalla rapida ascesa, e dalle generose prestazioni, ecco perché, lei, tutrice anche della muliebre dignità, diviene ora paladina della castità, e si fa seguace della Merlin.

In effetti lo stesso presidente del consiglio, con magnanima lungimiranza e divina compiacenza, le aveva facilitato il lustrale cammino, offrendole il Ministero delle Pari Opportunità.

La novella Maddalena ha deciso quindi di combattere non solo il fenomeno dello sfruttamento delle peripatetiche ma addirittura di infierire sulla clientela. Cosa ammirevole nelle intenzioni ma folle nella realizzazione.

Inoltre nessuna delle lucciole potrà più passeggiare in abiti succinti per esercitare il mestiere più antico, perché, per loro e i malcapitati, scatteranno multe e manette.

Un sol dubbio però mi attanaglia, come faranno le già imbarazzate forze dell'ordine a distinguere la madre di famiglia dalla cortigiana, la ragazzotta trendy dalla donna di facili costumi? Anche perché l'abito succinto non è prerogativa delle ragazze di strada. Andranno forse col metro per misurare la minigonna, andranno a sondare le vertiginose scollature, ci saranno poi retate al Parco della Rimembranza, rastrellamenti n'coppa o'Capriccio? Cosa prevede l'ordinanza per evidenziare se un comportamento ammiccante è reato o meno? Dal '58 i costumi son cambiati, ma l'ansia espiatoria della deputata non sembra esser aggiornata .

Salute, Ciro

 

martedì 16 settembre 2008

The great gig in the sky

 

Minolli, Rostocchi e Co. (ovvero una vita da precario e altri pensieri)

http://it.youtube.com/watch?v=jb9Wq2sNgVA

La celeberrima farsa dei La Smorfia mi ha dato lo spunto per ricordare quanti come me tentano ancora, forse invano, di salire sull'arca di Noè della sicurezza lavorativa.

Prima che sia troppo tardi!

Ricordo gli anni in cui il rampantismo pseudosocialista, epigono del fantomatico ma emblematico edonismo reaganiano, già ci convinceva che il posto fisso, era deprecabile, oltre che di difficile raggiungimento.

La qual cosa mi è sempre sembrata in palese mala fede, tipo la volpe e l'uva, per intenderci. Meglio quindi pensare di essere un selfmade man che affrontare l'impervio cammino concorsuale. Nel frattempo però sotto il luogo comune si celava soprattutto la crisi di uno stato che si era spinto troppo in là per poter tornare indietro e ovviare ai danni commessi.

Fin quando a sostenere tali tesi erano, senza distinzione, amministratori pubblici e privati, la cosa se non accettabile risultava verosimile, coloro che raggiungono posizioni di rilievo tendono in genere a mantenere stretti i loro privilegi e in modo esclusivo, il loro motto diviene quindi: "fa chello che dic' io e nun fa chello che facci' io". Quando però a darsi la zappa sui piedi erano i diretti interessati, le giovani leve che s'affacciavano sul fronte lavorativo, che acriticamente accettavano questo stato delle cose, allora veramente c'era da preoccuparsi.

Un giovane, si sa, crede d'avere il mondo in mano, ed è proverbiale la sua spavalderia, ma dov'erano i vecchi, che dall'alto della loro esperienza avrebbero dovuto tirarci delle sacrosante secchiate d'acqua fredda per intiepidire quelle testosteroniche smanie di onnipotenza?

In verità me lo chiedo ancora dove siano. In una società dove grazie al cielo la vita s'allunga sempre più, ironicamente sembra che gli anziani, i grandi vecchi, i patriarchi di una volta siano svaniti nel nulla di un  evanescente quanto vuoto giovanilismo.

Io infatti, mi sento anche il frutto di quelle sonore lavate di capo dei vecchietti alle fermate del bus, che mi facevano notare che là dove mettevo i piedi loro ci si dovevano sedere. Sono, nel bene e nel male, il risultato del confronto delle mie giovanili idee con quelle della maturità di uomini, che sapevano dire pane al pane e vino al vino senza plagiare l'amor proprio di un adolescente di buone intenzioni ma di acerbi contenuti.

Tornando all'arca di Noè.

Dalla notte dei tempi l'uomo cerca di risolvere tutti i suoi problemi nel modo più semplice e duraturo possibile, perché, adesso che abbiamo abbandonato la clava, preferiamo complicarci la vita? Perché in cambio di un televisore al plasma e di un telefonino cediamo la dignità dei nostri diritti?

Personalmente ho sempre desiderato un posto fisso, ammesso ch'io lo meriti, e possibilmente nello stato. Figlio di un piccolo imprenditore, avevo già compreso che il tempo non ha prezzo, soprattutto quello sottratto alla famiglia. In più l'esperienza maturata a vario livello presso la feudale imprenditoria nostrana mi ha dato la forza per uscire fuori dal pantano del lavoro nero, e francamente non intendo neanche ritornarci.

Eccoci quindi ai giorni nostri, il rampantismo c'è sempre, e fortemente imparentato col precedente, segue mietendo vittime, non solo metaforiche purtroppo. Call center operators che soppiantano gli immortali multilivello, Co. Co. Co. e Lavori a Progetto ritardano l'agonia di chi spera, sfruttamento e illusione la fanno da padrone.

Il lavaggio del cervello mediatico poi vuol darci ad intendere che i dipendenti pubblici sono tutti dei fannulloni e lo fanno in una maniera così sistematica da renderlo credibile anche ai diretti interessati. Si è così fatto passare di tutto, e con la scusa di smantellare privilegi reali e fittizi, si è ridotta sempre più la possibilità di ottenere una dignità lavorativa. La speranza se non la fiducia in una sicurezza, di una benché minima  sussistenza economica e soprattutto legale.

Allora, per favore datemi la possibilità di salire su quell'arca assieme agli altri, senza la necessità di essere minollo o rostocchio ma semplicemente me stesso.

Salute, Ciro

domenica 7 settembre 2008

Volevano andare a Genova ...



--- carissimi cumpari nepoti,

E' ufficiale: da oggi e' molto piu' facile trovarmi a Genova che
da qualunque altra parte.

Chi mi vuole contattare ha tutti i modi per poterlo fare,
chi non mi vuole contattare dalla tazza possa scivolare
( un tocco di finezza non guasta mai, noblesse oblige ).

Che altro dire ?

Vorrei avere la sfera di cristallo per vedere il posto dal quale,
trascinato dall' high-tech in ritirata strategica sempre piu' a nord e
sempre piu' ad est, faro' ritorno per il trentennale o il venticinquennale.

Una piovosa cittadina inglese ?
Un fiordo scandinavo ?
Un grattacielo di Shenzen ?
Una spiaggia della California ?

( O abbascio' 'o Granatiell' ? , direbbe il cuore prontamente smentito dalla testa)

Nel frattempo un mezzo per tenerci in contatto ce lo abbiamo.
Fate come Vito e Ciro, mettete da parte la timidezza.
( guarda cosa mi tocca dire , a me che ne ero cintura nera !!!)

sabato 6 settembre 2008

Il gioco delle tre carte

 
Colgo l'occasione per esprimere la mia opinione su questo e altri argomenti affini, utilizzando come spunto un articolo di Donna Leon pubblicato su "El País Semanal" del 22/7/2008:

( http://www.gitanos.org/upload/31/47/07_culpables.pdf )

La scrittrice e giornalista statunitense, da tempo residente in Italia, paragona la politica berlusconiana al famigerato gioco delle tre carte e più precisamente a quello delle campanelle che nascondono una pallina (nell'articolo si fa riferimento a gusci di noce e a un fagiolo, ma stiamo là!) che sciocchi e sprovveduti non devono scovare.

L'autrice sostiene che l'attuale governo agisce proprio come coloro che giostrando abilmente le carte o le campanelle riescono a convogliare l'attenzione dei malcapitati astanti proprio là dove la pallina e la carta vincente non ci sono.

La loro abilità risiede nella capacità del distogliere l'attenzione di coloro che credono di essere dei gran furbacchioni e di condurli invece verso l'errore.

L'ovvio accostamento all'attuale governo e meno scontato che mai, la sua matrice spettacolarizzante è infatti fondata nei nuovi e vecchi luoghi comuni del sostrato sociale italiano, rendendo così ogni sua azione più che scontata, naturale agli occhi dei più. Non ha bisogno quindi di celare più di tanto la sua volontà di smantellare lo stato sociale italiano o quel che ne resta.

L'abilità di questi sempreverdi imbonitori sta nel fatto che sanno ben pescare nel torbido del malcostume  italiano, mostrando, almeno in questo, acume non indifferente.

Al principio furono i Rom, quali ultimi degli ultimi, si partì da loro spolverando stereotipi da notte dei tempi e trasformandoli nel ricettacolo di tutti i mali italiani. Mentre questi fuggivano incalzati prima dalle orde di Scampia, aizzate più dalla televisione che dalla camorra, poi da ruspe e polizia, già si passava ad additare l'atavica arretratezza meridionale. Chi meglio dei napoletani "antropologicamente rissosi"[1], poteva rappresentare lo sfascio del centralismo statale?

Adesso col giro di boa delle vacanze estive, prima che la gente s'accorga della spazzatura ancora ammucchiata per strada, ecco ripiombare con nuova forza la leggenda metropolitana dei libri scolastici e il ritornello dell'inefficienza della pubblica amministrazione.

A tal proposito perché la nostra "informazione" non dice che nelle scuole italiane esiste da anni un tetto di spesa limite che non può essere superato? Perché, quando ormai ogni studente possiede un telefonino ed è griffato all'ultima moda ci si pone il problema dei libri di testo? Mi sembra ovvio che i valori sono cambiati, ma una volta si cercava se non di educare attraverso i mezzi di comunicazione, almeno di fornire un'immagine edificante della realtà.

Ma evidentemente non basta, la gente ha bisogno di nuovi catalizzatori del male per esorcizzare le proprie paure, e Napoli dopo capitale della monnezza diviene ora quella della tifoseria violenta.

Da non tifoso e da avverso sostenitore del "calcio mercato" ho sempre riscontrato una generale attitudine, da parte di politici e società calcistiche, a tollerare il teppismo sportivo anche nei suoi momenti più efferati. Visto poi che il nefando fenomeno è generalizzato, chi troverebbe il coraggio di fermare il campionato per un anno intero? Si perché se attuassero le stesse misure scelte per i tifosi napoletani per il resto delle tifoserie, non immuni certo dalla violenza, si prospetterebbe una situazione di blocco totale. Si è scelto quindi di passare dai "quattro imbecilli"[2] di turno ai soliti sporchi terroni, ma in questo modo, il mondo del calcio, e soprattutto gli interessi dei suoi padroni, che guarda caso sono ben ammanigliati con la politica, rimarranno pressoché intatti.

O sperano che tutti comprino un decoder???

Qualcuno potrà obiettare che anche il Milan è stato penalizzato, si ma per cosa? Solo per un antico rancore tra tifoserie? Gli antichi dicevano saggiamente per evidenziare le malcelate colpe altrui: Excusatio non petita, culpatio manifesta! E tenevano ragione!

 

 



[1] Affermazione è della giornalista Marina Valensise de "Il Foglio" durante le trasmissioni di "Prima Pagina" su RAI Radio tre da lei condotte dal 25/02/2008 al 02/03/2008

[2] E' probabilmente dopo il "mi consenta" del cavaliere e l'aggettivo tonico del Collovati nazionale l'espressione più abusata per nascondere un mare d'ignoranza e ipocrisia.

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