venerdì 14 marzo 2008

Anni '80: il telefono a gettone !


Le strade erano piene di cabine telefoniche. Nessuno le incendiava, e se pioveva ti ci potevi riparare.


Le comunicazioni radiomobili si vedevano solo in TV, durante le avventure del Capitano Kirk.

Sembrava assolutamente naturale non riuscire a contattare una persona per ore intere.

Internet si chiamava ancora ARPAnet ed era una piccola rete di calcolatori ad uso dei militari USA.

Piu' lontano telefonavi, e piu' a lungo parlavi, e piu' ti costava. Non esistevano contratti "flat".

I gettoni telefonici avevano corso legale.

Esistevano modi per telefonare a sbafo e fregare la Sip ( cosi' si chiamava prima di diventare Telecom e iniziare lei a fregare noi ...)

Gettone bucato col filo di cotone

Su alcuni modelli - smanettamento forsennato sulla forcella del riaggancio cornetta ( sette riagganci in rapidissima sequenza per il numero 7, quattro per il numero 4 , etc .. ).

Ricordo che le provavamo tutte, ma a fin di bene: consentire ad Anita di parlare con il suo boyfriend al di la' del Canale della Manica.


Ricordo anche qualcuno del Liceo - ma non ricordo chi - che in preda all' ira prese a pugni un telefono a gettoni per vederselo rovinare sul piede....

8 commenti:

vito ha detto...

Anita riuscì a parlare con il lord grazie a Paolo pal che mise in essere un meccanismo grazie al quale si poteva parlare all'infinito: con un semplice filo di ferro che partiva dal lato bocca della cornetta e finiva vicino al filo che lo connetteva al corpo dell'apparecchio.
Comunqude dopo pochi mesi si lasciarono.............
fortuna per la Sip.....
invece ricordo le lunghe telefonate con le fidanzatine, interrotte dal fastidiosissimo avviso di chiamata che allora era una voce meccanica la quale ripeteva il numero ricercato dall'altro utente, e dovevi subito attaccare per poi scoprire l'inutilità della telefonata seguente.
E' vero che potevamo stare ore senza comunicare con qualcuno. Oggi ci sembra una cosa fuori dal mondo.
Vi è mai capitato di uscire la mattina dimenticando il cellulare?: ci sentiamo denudati come se fossimo usciti senza scarpe, senza soldi senza nulla.
Addirittura ricordo che si diceva all'amica che ci saremmo sentiti quel certo giorno della settimana!
Era inconcepibile sentirsi ogni giorno.
Se avessi spazio in casa, e se mia moglie lo permettesse (ehm), mi circonderei di una vecchia cabina telefonica, che si può usare anche come appendiabiti.

vito ha detto...

Cirooooooooooooooooooooo, dove sei?
Antò, secondo me non va nei cinema di periferia ma a sagre paesane...........

antarta ha detto...

Roma e' piena zeppa di intellettuali radical-chic che discutono della triste condizione dell' operaio mentre sorseggiano Chardonnay sulla loro terrazza ai Parioli... ma il nostro Ciro e' di un' altra pasta.

( comunque la prossima volta vogliamo le foto del cinema di periferia !!!)

:-)

Anonimo ha detto...

Il nesso Ciro-radical chic non l'ho capito. Anni fa, al decennale, lo stesso, per me ancor mitico Franco Generoso, fece un accostamento simile. Io però per la classe operaia ci sono passato, e la mia schiena ne risente ancora la conseguenze.
Se mi sono permesso poi di fare un lungo riferimento alla situazione attuale dei rifiuti è perché ne sentivo realmente il bisogno,infatti, mi senbra che tra poco oltre che i rifiuti ci seppellirà anche l'ipocrisia.
Se poi volete che il mio registro sia più faceto, mi adeguerò.
Ciro

Anonimo ha detto...

errata corrige "sembra" per "senbra"

antarta ha detto...

Ciru' nun t' arraggia'...
Sei liberissimo di dire quello che ti va, quando ti va e dove ti va.
Anch'io non e' che possa vantare natali, pasque o epifanie (tanto per citare il Principe) e il "radical-chic" era solo una battuta... (offrirti in sacrificio al Prof. Sciarra, quello, invece e' verissimo!!!).

Il tono generale del blog e' , certo, rivolto a ricordare scherzosamente il passato.
Lo definirei una via di mezzo tra "Anima mia" e "Tiempe bell'e'na vota..."

Questo pero' non vuol dire che contributi piu' impegnati siano meno o male accetti. Ciancio alle bande, quindi: arma la tua penna, anzi tastiera, e datti da fare !!!

Antonio.

Anonimo ha detto...

Babbuò!

carlo ha detto...

La fenomenologia poliedrica artistica è sconfinante,entrare nelle menti in generale non è facile,come il gran successo che è un gioco d'onde un pò come abissi e dimensioni exstrasensoriali,poi magari qualcuno si trova proprio lì per caso senza mai averlo cercato,ma una cosa è certa...i grandi con il tempo rimarranno nella cresta delle onde,mentre quelli meno bravi emergono subito ma poi...scopmaiono subito.Ciao da Carlo Giove mi trovate su youtube!!

Blog help

  • chiunque puo' lasciare commenti ad un post, cliccando sul link 'commenti' in fondo al post stesso
  • Per diventare autore: contattare antarta@libero.it
  • Per gli autori: per aggiungere un nuovo post o si usa il sito, oppure si puo' inviare una e.mail all' indirizzo 'anttarta.torricelli@blogger.com'. Il vostro messaggio, testo piu' immagini di dimensione massima 10Mbytes, verra' pubblicato in automatico.

Che juorn'e', e che ore so' ?