Classifiche come queste mi ricordano molto quelle affermazioni velatamente esclusiviste come: "in Italia c'è il 75% dell'arte mondiale" Alle quali io rispondo: "e il resto del mondo!?" L'Italia pur essendo un paese ricchissimo di opere d'arte, dalla preistoria ai giorni nostri deve condividere il suo primato anche con altri paesi come Cina, India, Egitto, Mesopotamia, solo per citare i più antichi paesi o zone geografiche dove esistono patrimoni inestimabili d'arte. Patrimonio che non viene mai tenuto in considerazione con tali affermazioni e ai quali tutti noi siamo debitori. Ed ecco l'accostamento al discorso letterario, che è pur sempre arte. Nella classifica del Telegraph, dove vi si riscontra, tra l'altro, una netta matrice anglosassone, non mi sembra aver letto nessun nome che non appartenesse a ciò che spesso inopportunamente chiamiamo occidente. La visione eurocentrica della cultura ci pervade ancor oggi dove parole come globalizzazione la fanno da padrone, forse non ancora comprese del tutto. Come dimenticare quanto ci ha dato la cultura orientale per essere quello che siamo? Come non considerare il valore delle altre letterature che potrebbero darci tanto in materia di diletto e insegnamento? E infine permettetemi, come dimenticare Cervantes!? Ciro
Rimanendo in tema letterario vi consiglio qualche testo, tanto per passare il tempo nelle nebbie dell'oblio e nel torpore della fantasia. E per non pensare a cosa ci aspetta nei prossimi 5 anni: La versione spagnola di Alberto Ongaro,ovvero il mistero della traduzione. Soldati di Salamina di Javier Cercas, ovvero vinti e vincitori. L'ombra del vento di Carlos Ruiz Zafon, ovvero il cimitero dei libri dimenticati. Non vi dico nient'altro, poichè il rapporto con i libri deve essere intimo e vincolato il meno possibile alla influenza del giudizio altrui. Buon viaggio
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2 commenti:
Classifiche come queste mi ricordano molto quelle affermazioni velatamente esclusiviste come: "in Italia c'è il 75% dell'arte mondiale"
Alle quali io rispondo: "e il resto del mondo!?"
L'Italia pur essendo un paese ricchissimo di opere d'arte, dalla preistoria ai giorni nostri deve condividere il suo primato anche con altri paesi come Cina, India, Egitto, Mesopotamia, solo per citare i più antichi paesi o zone geografiche dove esistono patrimoni inestimabili d'arte. Patrimonio che non viene mai tenuto in considerazione con tali affermazioni e ai quali tutti noi siamo debitori.
Ed ecco l'accostamento al discorso letterario, che è pur sempre arte. Nella classifica del Telegraph, dove vi si riscontra, tra l'altro, una netta matrice anglosassone, non mi sembra aver letto nessun nome che non appartenesse a ciò che spesso inopportunamente chiamiamo occidente.
La visione eurocentrica della cultura ci pervade ancor oggi dove parole come globalizzazione la fanno da padrone, forse non ancora comprese del tutto.
Come dimenticare quanto ci ha dato la cultura orientale per essere quello che siamo?
Come non considerare il valore delle altre letterature che potrebbero darci tanto in materia di diletto e insegnamento?
E infine permettetemi, come dimenticare Cervantes!?
Ciro
Rimanendo in tema letterario vi consiglio qualche testo, tanto per passare il tempo nelle nebbie dell'oblio e nel torpore della fantasia. E per non pensare a cosa ci aspetta nei prossimi 5 anni:
La versione spagnola di Alberto Ongaro,ovvero il mistero della traduzione.
Soldati di Salamina di Javier Cercas, ovvero vinti e vincitori.
L'ombra del vento di Carlos Ruiz Zafon, ovvero il cimitero dei libri dimenticati.
Non vi dico nient'altro, poichè il rapporto con i libri deve essere intimo e vincolato il meno possibile alla influenza del giudizio altrui.
Buon viaggio
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