sabato 6 settembre 2008

Il gioco delle tre carte

 
Colgo l'occasione per esprimere la mia opinione su questo e altri argomenti affini, utilizzando come spunto un articolo di Donna Leon pubblicato su "El País Semanal" del 22/7/2008:

( http://www.gitanos.org/upload/31/47/07_culpables.pdf )

La scrittrice e giornalista statunitense, da tempo residente in Italia, paragona la politica berlusconiana al famigerato gioco delle tre carte e più precisamente a quello delle campanelle che nascondono una pallina (nell'articolo si fa riferimento a gusci di noce e a un fagiolo, ma stiamo là!) che sciocchi e sprovveduti non devono scovare.

L'autrice sostiene che l'attuale governo agisce proprio come coloro che giostrando abilmente le carte o le campanelle riescono a convogliare l'attenzione dei malcapitati astanti proprio là dove la pallina e la carta vincente non ci sono.

La loro abilità risiede nella capacità del distogliere l'attenzione di coloro che credono di essere dei gran furbacchioni e di condurli invece verso l'errore.

L'ovvio accostamento all'attuale governo e meno scontato che mai, la sua matrice spettacolarizzante è infatti fondata nei nuovi e vecchi luoghi comuni del sostrato sociale italiano, rendendo così ogni sua azione più che scontata, naturale agli occhi dei più. Non ha bisogno quindi di celare più di tanto la sua volontà di smantellare lo stato sociale italiano o quel che ne resta.

L'abilità di questi sempreverdi imbonitori sta nel fatto che sanno ben pescare nel torbido del malcostume  italiano, mostrando, almeno in questo, acume non indifferente.

Al principio furono i Rom, quali ultimi degli ultimi, si partì da loro spolverando stereotipi da notte dei tempi e trasformandoli nel ricettacolo di tutti i mali italiani. Mentre questi fuggivano incalzati prima dalle orde di Scampia, aizzate più dalla televisione che dalla camorra, poi da ruspe e polizia, già si passava ad additare l'atavica arretratezza meridionale. Chi meglio dei napoletani "antropologicamente rissosi"[1], poteva rappresentare lo sfascio del centralismo statale?

Adesso col giro di boa delle vacanze estive, prima che la gente s'accorga della spazzatura ancora ammucchiata per strada, ecco ripiombare con nuova forza la leggenda metropolitana dei libri scolastici e il ritornello dell'inefficienza della pubblica amministrazione.

A tal proposito perché la nostra "informazione" non dice che nelle scuole italiane esiste da anni un tetto di spesa limite che non può essere superato? Perché, quando ormai ogni studente possiede un telefonino ed è griffato all'ultima moda ci si pone il problema dei libri di testo? Mi sembra ovvio che i valori sono cambiati, ma una volta si cercava se non di educare attraverso i mezzi di comunicazione, almeno di fornire un'immagine edificante della realtà.

Ma evidentemente non basta, la gente ha bisogno di nuovi catalizzatori del male per esorcizzare le proprie paure, e Napoli dopo capitale della monnezza diviene ora quella della tifoseria violenta.

Da non tifoso e da avverso sostenitore del "calcio mercato" ho sempre riscontrato una generale attitudine, da parte di politici e società calcistiche, a tollerare il teppismo sportivo anche nei suoi momenti più efferati. Visto poi che il nefando fenomeno è generalizzato, chi troverebbe il coraggio di fermare il campionato per un anno intero? Si perché se attuassero le stesse misure scelte per i tifosi napoletani per il resto delle tifoserie, non immuni certo dalla violenza, si prospetterebbe una situazione di blocco totale. Si è scelto quindi di passare dai "quattro imbecilli"[2] di turno ai soliti sporchi terroni, ma in questo modo, il mondo del calcio, e soprattutto gli interessi dei suoi padroni, che guarda caso sono ben ammanigliati con la politica, rimarranno pressoché intatti.

O sperano che tutti comprino un decoder???

Qualcuno potrà obiettare che anche il Milan è stato penalizzato, si ma per cosa? Solo per un antico rancore tra tifoserie? Gli antichi dicevano saggiamente per evidenziare le malcelate colpe altrui: Excusatio non petita, culpatio manifesta! E tenevano ragione!

 

 



[1] Affermazione è della giornalista Marina Valensise de "Il Foglio" durante le trasmissioni di "Prima Pagina" su RAI Radio tre da lei condotte dal 25/02/2008 al 02/03/2008

[2] E' probabilmente dopo il "mi consenta" del cavaliere e l'aggettivo tonico del Collovati nazionale l'espressione più abusata per nascondere un mare d'ignoranza e ipocrisia.

1 commento:

antarta ha detto...

Gli sporchi terroni quest'anno gli faranno vedere i proverbiali sorci verdi (sul campo di gioco).

Forza Napoli !!!

(scusate la divagazione)

Certo, mandare la Celere contro tizi nerboruti e incazzati che menano, e menano pure pesante...meglio le manifestazioni dei ragazzotti no-global.

Anche se, in questi giorni di catarsi collettiva del capitalismo, mi pare di aver sentito l' onorevole Gasparri rivendicare dal tubo catodico l' opposizione alla globalizzazione, che sarebbe bandiera della sinistra (?!?!?!?!).

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