mercoledì 19 dicembre 2012

Propaganda - Duel

80's Deutsche Pop

"the first cut won't hurt at all
the second only makes you wonder
the third will have you on your knees
you start bleeding, I start screaming"






venerdì 7 dicembre 2012

lunedì 3 dicembre 2012

The Age of Capiton

Si avvicina di nuovo quel periodo dell' anno in cui i capitoni ( esemplari femmina della specie ittica nota come anguilla anguilla ) terminano il loro ciclo vitale - invece che nel mar dei Sargassi come Madre Natura vorrebbe - sulle tavole di centinaia di migliaia di partenopei.


Qualcuno mi faceva notare che, trattandosi di un pesce meridionale per adozione, si comporta di conseguenza in maniera diametralmente opposta rispetto al pesce nordico per eccellenza - il salmone, che nasce e si riproduce (morendo) in acqua dolce e passa il resto della vita in mare.

STOP:  non e' per una puntata de Il Mondo Di Quark che torno a scrivere su questo blog ormai deserto e alla deriva.

Nove mesi fa ne avevo ripreso in mano il timone dirigendolo dritto dritto in rotta di collisione con l' odiato Facebook, ma le formose sirene (e i muscolosi tritoni, per essere 100% politically correct)  di cartapesta di Mr. Zuckerberg pare abbiano avuto la meglio.

Scrivo percio' dal ponte di questo vascello apparentemente fantasma  ( lo so che i naviganti ci sono, si sono solo nascosti in cambusa per scolarsi tutto il grog ) e ovviamente diretto verso il mar dei Sargassi  (p' accatta' 'o capitone ) per lanciarvi un grido di sfida: neh, guagliu', ma c'amma fa' pe' Natale ?



venerdì 12 ottobre 2012

Whatcha talkin bout Willis

"che cavolo stai dicendo Willis ???"

martedì 2 ottobre 2012

lunedì 24 settembre 2012

lunedì 10 settembre 2012

sabato 1 settembre 2012

domenica 5 agosto 2012

sabato 28 luglio 2012

Love and Pride - King



Per ricordarci che roba ci piaceva e farne ammenda.


liberamente tratto da Wikipedia.




Paul King (Coventry20 novembre 1961) è un cantante britannico del genere new wave, famoso soprattutto per essere stato il cantante della band che portava il suo cognome, i King, nonché, successivamente, musicista e VJ/presentatore televisivo.
Come cantante dei King, Paul era famoso per il suo particolare taglio di capelli (detto, in inglese, «cockatoo») e i tipici anfibi Dr. Martens, verniciati con spray colorato
 Questo look .... vincente....  viene in parte modificato con l'aggiunta di elementi New Romantic come giacche o completi "eleganti" nel 1985-1986.
Verrà definitivamente abbandonato nel lavoro solista, dal 1987 in poi, con esiti non molto fortunati, almeno dal punto di vista strettamente musicale. 
Per l'occasione, Paul si taglierà anche i capelli ed e' li' che, novello Sansone, inizia il suo declino.
Nonostante i King in qualità di band durino poco più di un paio d'anni, entrambi gli album da loro pubblicati, Steps in Time e Bitter Sweet entrano inspiegabilmente nella Top 10 e ottengono il disco d'oro, dando vita a un totale di cinque singoli di successo, di cui 2 Top 10 (Love and Pride e Alone without You), un Top 20 (The Taste of Your Tears) e 2 Top 30 (Won't You Hold My Hand Now e Torture).


sabato 26 maggio 2012

Quando si sognava il "tredici" invece del "sei" ...


Il rito della domenica: orecchio attaccato alla radio sintonizzata su "Tutto il calcio minuto per minuto", con la "Figlia" della schedina sott'occhio.

(non ho mai capito che scopo avessero e che fine facessero "Spoglio" e "Matrice")

La passione per la schedina me l' aveva attaccata il nonno materno, super-esperto di calcio.
 
Altro che estrazioni istantanee, binghi e grattevvinci: se t' intendevi di calcio avevi l' illusione di poter negoziare con la Dea Bendata e poterla piegarla al tuo volere.

Giusto l'illusione, pero': nonno era abbonato all' "11" ... ne azzeccava undici tutte le sante settimane, puntualmente buggerato dall' imprevedibilita' delle partite di serie C in schedina oppure dalla palese alterazione emotiva del giudizio quando il pronostico riguardava la S.S.C. Napoli.

E le cifre vinte mica si conoscevano subito, come oggi ... il fatidico "tredici" poteva benissimo aver bussato alla porta di troppi scommettitori per lasciare qualche spicciolo prima di sparire per sempre.

Una illusione a pagamento, certo , lenta e un po' piu' duratura delle corrispondenti droghe moderne.

domenica 1 aprile 2012

Pesce d'aprile in stile anni '80 su Google Maps

Provate a cercare un posto qualsiasi su Google Maps ed attivate la modalita' "Avventura"...

Le mappe diventeranno simili a quelle di Britannia nei giochi di avventura della serie "Ultima", che giravano trent'anni fa sui primissimi home computer con processore ad 8 bit ( Sinclair Spectrum, Commodore 64 & Co.). 

Come dite, e' da Nerd? Certamente...

Google e' una ditta di Nerd (e ha un fatturato che supera il prodotto interno lordo di alcuni staterelli di mia conoscenza)




lunedì 26 marzo 2012

domenica 25 marzo 2012

venerdì 23 marzo 2012

Buttiglione!

No, non e' il politico.

"Buttiglione" e' un grido liberatorio che ricordo vagamente  avere a che fare col gioco del nascondino, e che chissa' per quale cortocircuito della memoria di lungo termine stasera m'e' tornato in mente.

Aiutatemi a capire se ricordo bene.

Immaginate una partita a nascondino, una sera d'estate, dopo cena, aria calda e profumata da copiose fioriture di belle-di-notte, la luce dei lampioni.

C'e uno che "va sotto" e conta mentre tutti si nascondono.

Poi parte alla caccia dei catturandi, ma quando ne vede uno e' tenuto a dichiararne ad alta voce il luogo (la "tana") e l' identita'.

Se ci ha visto giusto, la preda e' stata acchiappata.

Se sbaglia l'identita', allora e' "Buttiglione" ... i catturandi escono allo scoperto in un tripudio di "Buttiglione! Buttiglione!"e il povero cacciatore deve ricominciare da capo.

Da non confondere col "31 salvi tutti", che si ha quando un catturando riesce ad aggirare alle spalle il cacciatore fino a penetrare nel suo rifugio...

    

venerdì 16 marzo 2012


C'erano tempi
in cui c'era una ragione per tutto
si condivideva tutto, ci si diceva tutto.
"Mi tieni cosi' al caldo
 proteggimi da  quelle potenti tempeste"
e i sogni sembrano cosi' antichi.
E guardaci adesso, si, guardaci proprio adesso
Con le mani sui cuori
E le rughe sulla fronte...
Quante bugie dobbiamo dire?
Quante bugie dobbiamo vedere?
Quante volte dovremo dire "meglio cosi' "
sacrificando la verita' ?

venerdì 2 marzo 2012

Un pezzo della nostra infanzia se ne va con lui


Non era particolarmente piacevole a vedersi, e a volte risultava un po' bislacco, ma quando si sedeva al pianoforte diventava un genio. 

Non e' che pensassi a lui e alle sue canzoni ogni giorno, ma sapere che non c'e' piu' mi mette a disagio. 

Lucio Dalla e' esistito da che ero bambino, e' sempre stato li'. 

Girava in background come un processo di Windows con le sue canzoni-poesie. 

Se non c'e' piu', le implicazioni sono pesanti.

E' l'ennesimo sintomo della fine dell'eta' dell' innocenza (per me, gli anni '80), e ricorda che tutto cio' che ho sempre inconsciamente considerato  immutabile, eterno, dovuto.... lentamente ma inesorabilmente scomparira'. 

Fumatela, 'sta Marlboro al dolce fresco delle siepi , "coso" strano... mi mancherai.



giovedì 1 marzo 2012

Depeche Mode: party permanente effettivo

Tenuto dal 1993, ogni sei mesi, a Milano.

Per '80isti persi ma non solo



http://www.depechemodeparty.com/DM/ 

domenica 19 febbraio 2012

Pizza del decennale - i video

Nel lungo periodo di assenza causa Facebook da codesto blog ero finalmente riuscito ad estirpare i video al coriaceo CD-ROM che Vito mi aveva spedito tanto, tanto tempo fa. Mentre tolgo un po' di polvere e ragnatele e faccio cambiare l'aria a questo posto, ve li ripropongo.




E alla fine pure Facebook m'ha stufato...


...e per tenermi in contatto con i tre o quattro reduci liceali veramente interessati a restare in contatto con me tornero' ad usare questo antico, artigianale, lento mezzo di comunicazione.

Sono certo che la maggior parte me la saro' persa per strada, ormai troppo occupata a distribuire "mi piace" a pioggia, ad interagire con gente che se incontra per strada a stento saluta ed a giocare a FarmVille & Co. per perdere tempo con un blog - com'ero io fino ad un paio di giorni fa.





domenica 3 gennaio 2010

Ci siamo trasferiti....

Veniteci a trovare su Facebook, siamo tutti li'....

http://www.facebook.com/group.php?gid=35660448009&ref=mf


BUON 2010 !!!

lunedì 16 febbraio 2009

Il lupo perde il pelo ma non il vizio

Ricordate la mia rassegna della stampa estera?
Noo?! Eccovi un promemoria! Ovviamente non è mio ma è utile a scuoterci dalla nostra apatia di fronte a quello che ci inculcano stampa e televisone nazionali.
Salute, Ciro

http://italiadallestero.info/archives/3319

giovedì 5 febbraio 2009

Ricordi



La giornata del ricordo rischia d'essere una vuota celebrazione, come rischia d’esserla quella della memoria. L'autocelebrazione di taluni non deve svilire l’importanza di un concetto fondamentale, la sacralità della vita umana.
L’orrore delle foibe non può e non deve oscurare quello delle repressioni e degli eccidi italiani in Jugoslavia.
Voltare la faccia, relegando l’immane tragedia della seconda guerra mondiale ad una riduttiva contrapposizione del bene contro il male, dove il bene siamo presuntuosamente noi, non rimarginerà mai quelle ferite ancor oggi aperte, in Italia come nei paesi dell’ Ex-Jugoslavia.
Per rendere onore alle vittime dell’umana follia, soprattutto quando queste furono civili e inermi rispetto all’assurda brutalità del pregiudizio e alla viltà della rappresaglia, bisognerà commemorarle tutte.
Un sincero ricordo deve compiangere, senza miopi distinzioni, anche coloro che per lo stesso atroce destino si trovarono innocentemente nel vortice di quegli eventi.
Un comico napoletano disse una volta - Gli Alleati hanno vinto la guerra, i tedeschi l’hanno persa, e l’Italia, unica nella storia, è quella che ne ha pareggiato una! -
Questo pareggio, che quasi in un botto ha appianato tutto, ha anche cancellato colpe e colpevoli, come se le nostre armate non fossero mai partite per invadere paesi spesso inermi. Svaniti in un battibaleno i gas usati in Etiopia, archiviati in armadi murati i nomi dei criminali di guerra, stipate nell’oblio della nostra ipocrisia le leggi razziali.
Questa giornata del ricordo servirà a qualcosa fin quando sarà anche la giornata della verità, quando si accetteranno le tante colpe e meschinità del nostro popolo, che in quanto umano, soggetto a queste miserie. Sperando, che una volta per tutte, la si smetta col mito degli italiani brava gente.

lunedì 2 febbraio 2009

Senza parole

“- Io - proseguì poi don Mariano - ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l'umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz'uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà. Pochissimi gli uomini; i mezz'uomini pochi, che mi contenterei l'umanità si fermasse ai mezz'uomini. E invece no, scende ancora più giù, agli ominicchi: che sono come i bambini che si credono grandi, scimmie che fanno le stesse mosse dei grandi. E ancora più in giù: i pigliainculo, che vanno diventando un esercito. E infine i quaquaraquà: che dovrebbero vivere con le anatre nelle pozzanghere, ché la loro vita non ha più senso e più espressione di quella delle anatre. Lei, anche se mi inchioderà su queste carte come un Cristo, lei è un uomo.”
Leonardo Sciascia da Il giorno della civetta

sabato 31 gennaio 2009

MEMORIA



Qualcuno ha detto che gli ebrei furono perseguitati non per quel che facevano ma per ciò che erano.

In genere, devo ammetterlo, non sono mai stato un simpatizzante del giorno della memoria, s’intenda bene, non sono assolutamente un negazionista, e non credo nella necessità dei numeri per far valere il principio della sacralità della vita umana e allo stesso tempo non confondo l’appartenenza alla religione ebraica con l’essere di nazionalità israeliana o sposarne le cause, ma ho sempre provavo un certo fastidio per le manifestazioni acritiche e indiscutibili.
Questo perché credo sia giusto analizzare bene un fenomeno sotto tutti i suoi punti di vista e non in maniera palesemente univoca e dogmatica. Bisogna farlo proprio in onore della memoria di tutte quelle vittime della discriminazione nazi-fascista, tutte quelle vittime, ebrei, rom, omosessuali, menomati fisici e mentali, avversari politici, e tutti coloro che la pensavano diversamente o che, in qualche modo, non rientravano nella logica dei fautori di cotanta tragedia. Se poi in tutto questo la tragedia ebraica deve valere da esempio e monito per i posteri e archetipo di tutte le oppressioni, allora va bene così. Non credo però che sia giusto farne un discorso freddamente numerico, perché è questo il motivo ufficialmente addotto dai più, non credo che questa commemorazione, per essere piena di quel sacrosanto valore umano, debba ricordare il martirio del popolo ebraico solo perché ne scaturì più vittime, ahimè se fosse così, andrebbero stilati ben altri elenchi e ben più rilevanti dove nessuno potrebbe esimersi da responsabilità dirette o culturali. Il principio che deve valere è quello dove nessun uomo deve essere discriminato, vessato e ancor peggio privato del bene supremo della vita, soltanto perché diverso da qualcosa, che appunto risulta numericamente maggioritaria.
Spero di non esser frainteso con queste mie parole ma temevo che le celebrazioni nel ricordo della Shoah rischiassero di svilirne il reale significato. Temevo che certe personalità dalla rapida conversione politica potessero influenzare negativamente l’opinione pubblica, fuorviandola sul tema della discriminazione. A mio modesto parere ciò accade anche perché rientrano in quella logica che oggi definiamo con un termine generico, politicamente corretta. Costoro, ormai realisti più del re, vivono la celebrazione con enfasi sperando forse di autoassolversi riabilitando coloro di cui ora sono gli epigoni o nel migliore dei casi autocelebrarsi inebriati dall’enfasi dell’evento.
In effetti, mentre è tabù muovere obiezioni su certi temi come l’olocausto, si continua invece a discriminare nomadi e omosessuali, che ugualmente patirono pene e discriminazioni indicibili e purtroppo ancora frequenti.
Quando incontro una persona non mi soffermo più di tanto sul suo aspetto, ma la valuto in base alle sue azioni e non sul suo credo religioso, non mi interessa con chi s’accompagna al talamo, in genere la guardo in faccia, la guardo negli occhi, e attendo un sorriso se questa me ne fa dono. Spero poi che questa persona m’arricchisca con una visione diversa del mondo, che possa ampliarne la mia.

mercoledì 28 gennaio 2009



“Si sa che la gente dà buoni consigli
sentendosi come Gesù nel tempio,
si sa che la gente dà buoni consigli
se non può più dare cattivo esempio.”
Fabrizio de Andrè da Bocca di rosa

C’è chi sostiene che Facebook sia una moda momentanea, c’è chi poi sostiene che Allevi sia un “bluff”, e chi inorridisce per le letture dantesche di Benigni.
C’è poi chi, come me è contento che esistano Facebook, Allevi e Benigni. Non sono ahimè un cultore della Commedia, non sono un esperto musicologo e neanche un fanatico internauta.
Sono semplicemente felice che esistano.
Credo nella diversità sotto tutte le sue forme. Credo nel meticciato culturale, e nelle contaminazioni che ti arricchiscono il pensiero.
Le nuove tecnologie.
Anch’io storcevo il naso quando c’è stata, negli anni ‘90, la corsa al telefonino, ma alla fine, se pur tardivamente, ne ho scoperto le grandi potenzialità. In verità, senza si campava lo stesso bene, e prima non utilizzavamo certo i segnali di fumo, e non mi sembra quindi il caso ora di demonizzarlo o esaltarlo più di tanto. Così è stato con internet, MSN, Youtube, Facebook e tanti altri. Prima li si è criticati, e talvolta lo si fa ancora, poi li si è accettati come lo si fa per una qualsiasi lavatrice o un forno a microonde. In verità io mi sono affezionato più a taluni che ad altri di questi nuovi strumenti, ma del resto ognuno ha le sue necessità e i suoi gusti, e ne fa l’uso che vuole. C’è qualcuno però che pur di sentirsi al centro dell’attenzione fa il Bastian contrario. Ci sono persone che non potendo parlare per primi di qualcosa, pur di calcare la ribalta e fregiarsi del vessillo dell’originalità, detraggono! Spero solo che tale saccente enfasi detrattoria non sia frutto esclusivo della pubblicità e finalizzata alla commercializzazione dei nuovi strumenti, perché allora sarebbe opportuno che tutti tacessero, me compreso, e che anche per la tecnologia valesse una sorta di selezione naturale. Un po’ com’è successo per il Beta e il VHS, o le stereo 7 Vs stereo 8 e così via.
Allevi.
Ma che v’ha fatto sto povero ragazzo, non sarà un Mozart, o meglio uno Scarlatti, ma non è poi sta schifezza! Ma è mai possibile cotanta campagna contro un far musica decente?! E che dire allora di San Remo, dei neomelodici, e delle tonnellate di immondizia che ci arriva d’oltreoceano? Eppur loro hanno un pubblico e son rispettati. Ma si sa, basta che ci sia qualcuno a far la voce grossa e tutti van via dietro a fargli seguito. I detrattori: catalizzatori del dissenso, sempre loro. Un dissentire però poco affine all’aulica musica che tanto lustro ha dato alla patria del bel canto, ma molto affine a se stesso, viste anche le scarse frequentazioni dei nostri storici teatri, prime a parte s’intende, e anche le scarse sovvenzioni governative verso la tanto osannata musica colta. Perché i tromboni della classica non ne suonano una delle loro ai nostri governanti? Magari sono loro a far del male alla musica e non il mite Allevi.
Benigni.
Il suo caso mi ricorda molto quello del nostro Dario Fo e del suo contestato Nobel. Un premio contestato, si ma in Italia, nel suo paese, che invece di lodarlo e fregiarsi dell’ormai raro titolo gli ha cercato il famigerato pelo nell’uovo, sostenendo che c’erano ben altri nomi da premiare, quegli stessi nomi che magari, nell’oblio dell’italica ipocrisia, persistono ancora in situazioni di noncuranza e difficoltà. Al di qua delle Alpi, si denigra, si deride, chi pur avendo dato vanto alla nazione, ha però mantenuto una sua indole culturale, e non l’ha sposata al conformismo imperante. Certo se uno squadrone di mercenari in calzoncini corti ti vince una coppa europea allora si che è l’apoteosi, il popolo tutto, patrizi e plebei e l’intellighenzia unita si sprecano ad osannare i tatuati calciatori. Ma non sia mai che a dar lustro alla nazione sia quel giullare di Dario Fo, apriti cielo! E il cielo s’aprì come accade oggi per l’atro italico buffone, che a prescindere dall’appellativo risulta esser ben più serio di tant’ altri ch’io conosco. Orbene il Benigni, pur avendo vinto un Oscar, ammesso che questo abbia un intrinseco valore, ma ciò valga a menzione del suo clamore, è stato criticato per aver osato toccare Dante! L’Italia è purtroppo uno di quei paesi dove i dogmi la fanno ancora da padrone, dove pur di non smuovere un qualcosa che si sa esser importante, magari anche per sentito dire, ma non la si conosce per niente, si preferisce lasciarla là, sul suo piedistallo a impolverarsi. Guai quindi a scuotere codeste ausoniche certezze! Se c’è una cosa che non piace agli italiani è proprio quella di smuovere le acque. Si tenga poi conto che il giardino d’Europa è una di quelle nazioni dove meno si legge, e dove il livello di istruzione superiore è tra i più bassi. Detto questo perché scandalizzarsi di una lectura Dantis in quel di Arezzo? Qualche saccentone pensa che la lettura e il commento di Vittorio Sermonti siano di gran lunga migliori, anche perché, sostengo io, dietro di lui ci sono anche degli illustri filologi a coadiuvarne l’opera. Ma se l’opera d’arte è patrimonio di tutti, perché relegarla ad un ambito accademico o sedicente tale? E poi se il nostro Roberto ci ha avvicinato al sommo poeta, nella speranza che le nostre lettere siano un po’ più nostre, perché criticarlo?
Ma come ho accennato la detrazione è il nostro sport nazionale, e l'Italia è il nostro bar dello sport.

martedì 13 gennaio 2009

Arrivano i nostri



Personalmente non mi infastidisce più di tanto vedere l’esercito sotto casa, anzi per uno come me che stenta ad abituarsi e adeguarsi alla logica camorristica, incrociare le mimetiche per strada risulta addirittura rincuorante.
La cosa che però mi lascia perplesso è che tanto clamore scaturisce solo quando a suscitarlo sono i media, decidendo di mettere in luce situazioni che noi invece dovremmo riscontrare quotidianamente.
Certo non c’era bisogno che “Ciro a mare” dichiarasse fallimento, per le solo apparentemente singolari ed eclatanti ragioni, per capire dove viviamo. Del resto, e lungi da me screditare tali persone, il suddetto e la stragrande maggioranza degli esercenti partenopei pagano, hanno pagato e pagheranno ancora il pizzo.
La tangente, la mazzetta, l’estorsione della malavita o come la si vuol chiamare non è realtà recente, ma antica. Mi sbalordisce quindi il clamore suscitato dai mezzi di comunicazione e i commenti della gente, quasi come se il fatto, che sia stato bandito ai quattro venti dalla televisione, gli conferisca più valore e lo evinca dal torpore di una quotidiana rassegnazione.
La cosa che mi dispiace è che, semmai servissero a qualcosa, i militari stanzieranno ben poco presso i nostri quartieri o a pattugliare le nostre vie, e non perché il problema delinquenziale sarà risolto ma solo perché non se ne parlerà più, come sta accadendo per la spazzatura nostrana, rientrata, chissà perché, a far parte del nostro panorama, ma senza far più clamore.
Sembra quasi che tutti vogliano far parte dell’evento mediatico, politici in primis, ma si sa questi recitano bene la loro parte, ipocritamente attiva a smuovere tutto e niente, alzando quel polverone demagogico che prima o poi s’adagerà al suolo, ma lentamente, giusto il tempo che la gente ritorni al suo soporifero vivere quotidiano.
Credo che tra i mali più gravi della nostra società ci sia proprio la mancanza di memoria, quella che ci permette di ricordare chi siamo e da dove veniamo e allo stesso tempo di discernere criticamente il mondo circostante in base alle esperienze passate, senza una parziale e faziosa mediazione televisiva. Non è la prima volta che l’esercito bazzica dalle nostre parti, ma anche stavolta ci viene venduta come novità e panacea ai nostri atavici mali.
Ciò che più mi rattristisce è la certezza che il pagare gli estorsori non solo rappresenta un atto illegale e deprecabile, ma una pratica che rientra in quel corollario di attività e azioni illecite che ormai sono consuetudine alle nostre latitudini. Tutti in una maniera o nell’altra si arroghiamo atti e atteggiamenti da guappi, anche se in realtà siamo dei miti agnellini, amiamo vestirci da lupi con occhialoni da moscone, supergriffati e spavaldamente motorizzati ci arroghiamo diritti che non ci appartengono e infrangiamo le altrui libertà.
Quattro chiacchiere scambiate con un amico toccarono le vicissitudini di un conoscente che scontratosi direttamente con l’estorsione camorristica era riuscito a ottenere protezione soltanto grazie all’intercessione di un’amicizia presso le forze dell’ordine. Al mio sottolineare la gravità del fatto, l’amico mi specificava la normalità di tale situazione vista anche la moltitudine di tali reati e la difficoltà di adempiere al proprio dovere da parte di chi ne era preposto.
In questo contesto dunque come si può credere ancora nelle favole!
È ovvio che se non si interrompe il circolo vizioso che vede da un lato il mondo politico intenzionato a mantenere i suoi privilegi a scapito della risoluzione dei reali problemi del paese e dall’altro un elettorato passivamente interessato a seguire il caporalato clientelare e senza alcun interesse civico, gli unici a beneficiare di questa situazione saranno quelli abituati a navigare sottocosta, camorra inclusa. E in tutto ciò non c’è esercito o arma che tenga!

giovedì 8 gennaio 2009

Figli di Abramo


Ci si scandalizza quando i mussulmani pregano in una nostra piazza o quando cristiani, armeni e ortodossi, s’azzuffano nel Santo Sepolcro. Il cattolico furore non infervora gli stessi quando le chiese si svuotano e le piazze dei sagrati si riempiono di eventi tutt’altro che sacri. Gli stessi poi dimenticano le raffiche dei mitra israeliani di qualche anno fa su un convento francescano, reo d’aver dato rifugio, nel più alto spirito cristiano, ai profughi palestinesi. Questi tacciono quando le bombe cadono su una moschea o una scuola a Gaza, o quando uccidono giornalisti e pacifisti. Nel migliore dei casi le si bolla come conseguenze di una guerra scatenata dal fondamentalismo di Hamas, perché loro si che sono terroristi!
Qualcuno poi, qui da noi, critica il bruciare le bandiere d’Israele e dimentica l’uso poco igienico che optava un nostro ministro per il tricolore. Come se poi l’odore della bandiera con la stella di David che brucia fosse più acre dei corpi in fiamme dei palestinesi colpiti dai proiettili al fosforo.
Non amo prendere posizione quando entrambi i contendenti si equivalgono nel diritto e nel torto, ma la cecità di taluni giudizi è davvero un’offesa all’umano raziocinio, soprattutto quando ci si schiera in un acritica e conformistica difesa della politica israeliana.
Quando Hamas, sorta di mafia fondamentalista, fu eletto al governo della Palestina non si dimentichi che ciò accadde democraticamente, cosa che non piacque a Israele e all’Occidente, forse perché sovvertiva anche quell’ordine delle cose che a noi piace credere perfetto e che rispondono a quell’ineffabile concetto che è la democrazia. Il pronto embargo su Gaza non ne ha che enfatizzato il ruolo e cristallizzato la posizione agli occhi di una delle popolazioni più povere e derelitte al mondo.
Parlare quindi di legittima difesa da parte d’Israele non è del tutto vero, e sembra che il ruolo dei paramilitari di Hamas sia più quello di recondito alleato della sua politica bellica che un vero e proprio nemico da sconfiggere sul campo. Forse la tattica usata è simile a quella attuata nell’Italia della seconda guerra mondiale, quando, dopo l’8 settembre, si attuarono sistematicamente bombardamenti a tappeto su obiettivi civili, con l’unico scopo di aizzare la popolazione contro il recidivo fascismo repubblichino, che di li a poco sarebbe ritornato ad essere utile alleato contro il nuovo nemico comunista.
O chissà può darsi che gli attacchi su Gaza possano essere lo spunto per meglio gestire le sorti di una campagna elettorale imminente.
Allo stesso tempo, se si volesse realmente sconfiggere le frange oltranziste palestinesi basterebbe accettare che il logico evolversi di un popolo trovasse la sua naturale strada del rifiuto delle tesi fondamentaliste di Hamas ed emanciparsi definitivamente da costoro. Innescando un processo simile a quello istaurato nel Paese Basco spagnolo dove il processo democratico, va detto, lungo e sanguinoso, istaurato nella nuova Spagna di Juan Carlos ha permesso un lento ma inesorabile declino dell’ETA.
Ma è evidente che tutto ciò non è gradito a chi regge le sorti d’Israele e che probabilmente vuole strappare al tavolo delle trattative una pace più cospicua e vantaggiosa agli occhi del mondo e quelli di un futuro elettorato.
Salute, Ciro

mercoledì 7 gennaio 2009

Buon anno


Il perseverare in una accanita quanto penosa sopravvivenza della giunta napoletana è un atteggiamento emblematico non solo della città partenopea ma dell’Italia intera. Basterebbe pensare alle questioni giudiziarie del nostro primo ministro e chi lo circonda, o alle sue candide affermazioni. Devo ammettere però che tali atteggiamenti persistono con una certa rilevanza nel nostro meridione.
Il temporeggiare della Jervolino e il mimetismo di Bassolino, limitandomi solo a quelli più conosciuti, offendono chi li ha eletti e chi ne è governato.
Cosa aspettano costoro a dimettersi, forse nuovi fondi europei da gestire a scopo clientelare? Mascherandoli da indulgenti concorsi magari in prossimità di una futura tornata elettorale?
In effetti, dal punto di vista della pragmatica politica, sarebbe la scelta migliore, ma mi chiedo, perché non tentare di sbalordire l’elettorato con un qualche gesto di dignità, magari rassegnando realmente le dimissioni?
Mi rendo conto che tutto ciò sarebbe dovuto scattare ben prima, prima che chi ci governa a livello nazionale facesse terra bruciata attorno al centrosinistra campano, utilizzando perfettamente questioni come quella annosa dei rifiuti, sguinzagliando i mastini del potere mediatico. La pochezza poi del locale centrodestra ci fa capire quanto minima sia stata la volontà, da parte degli attuali amministratori della cosa pubblica campana, di voler dare un’immagine diversa da quella offerta negli ultimi anni.
L’alternativa? Un governo regionale, provinciale e comunale di centro destra? Probabile, ma si avrebbe la reale possibilità di mettere in luce la stoffa degli altri, che meglio non sono. E permettere che il senso critico dell’elettorato, prevalga magari in questo caso.
Di autocritica poca, e quella che si sente mi sembra più in odore di rimpiazzo che realmente motivata, non perché priva di programmi, quelli esistono sempre, il problema e realizzarli, ammesso che se ne abbia la reale voglia. Tale critica nasce comunque in quel sostrato politico che è cresciuto in quell’humus clientelare, e diciamolo, cristallinamente consociativista che è la politica partenopa.
Non sono certo nato ieri per pensare e non dire che la politica, questione morale inclusa, non sia fatta di elettori, programmi ed eletti coerenti ma, malgrado un generalizzato e ipocrita diniego, di clientela, appalti pilotati, e assegnazione di poltrone.
Se il Centrosinistra e in primis il partito democratico, che numericamente meglio lo rappresenta, vuol dimostrare che ha un’anima questo è il momento per dimostrarlo con coraggio e coerenza. Perché dalle ceneri si può rinascere migliori.
Si tenga presente infatti che l’elettorato vero, quello attivo e che soppesa le idee e la loro realizzazione, è più critico ma meno corruttibile e quindi meno oneroso da gestire.
Buon anno

martedì 6 gennaio 2009

Dei rifiuti e d’altre cose


Ercolano, Via Benedetto Cozzolino, 06/01/2009, ore 11.00 c.ca

Recandomi quotidianamente a Torre del Greco per lavoro sono costretto a utilizzare la mitica via Benedetto Cozzolino, la quale attraversando il comune di Ercolano è più che una strada un colabrodo!
Ma il punto non è questo, infatti, anche quando il sindaco del comune vesuviano Daniele annunciava una differenziata al 50%, i cumuli di immondizia incorniciavano eloquentemente la suddetta strada e a tutt’oggi la storia non è cambiata per nulla. Purtroppo non solo Ercolano è vittima di questo luogo comune della spazzatura sparita, e quindi concordo con l’articolo della Redazione.
La cosa che più mi colpisce è però la raccolta stessa, che è attuata in maniera alquanto singolare. Ad esempio nel mio comune di residenza, San Sebastiano al Vesuvio, nel solo sacchetto del “multimateriale” vi si raccolgono: lattine, buste di plastica; carta; cartone; bottiglie di plastica; tetrapak; bombolette spray; tappi a corona; giornali ed quant’altro. Ora, fermo restando che esiste anche una cospicua busta di “secco indifferenziato” piena di un universo d’eterogeneità, con materiali quali polistirolo, stracci, lampadine etc., mi chiedo dove sia la reale differenziazione del rifiuto domestico?
Basti pensare che solo la plastica delle bottiglie per bevande, i famosi PET e PVC, segue due percorsi di rigenerazione diversi, e che dire poi del tetrapak o dell’alluminio e tutti gli altri?
A San Sebastiano, piccolo comune del vesuviano, dove la crisi dell’anno scorso è stata meno evidente, se non nelle tasche dei contribuenti, con il 30% in più di rincaro sulla tassa della N.U., le strade son pulite ma è anche vero che la spazzatura, oramai, qui come altrove, incominciamo a tenercela, volenti o nolenti, in casa! L’uovo di colombo sta nel fatto che nell’attesa del turno di raccolta, invece che per strada, i colorati sacchetti dimorano fuori ai nostri balconi.
Negli altri comuni che attuano la raccolta le cose non sono poi così diverse anzi c’è da notare una certa disparità di vedute su quale sacchetto da utilizzare per i differenti materiali.
Se a qualcuno interessasse, la mia personale opinione è che in realtà la raccolta sia solo un proforma per evitare commissariamenti o multe, imposta dall’alto e non sentita, innanzitutto dalle amministrazioni che probabilmente hanno altri interessi a cui far capo, e poi dagli stessi cittadini, che a onor del vero, quando vedono ammucchiare indistintamente i rifiuti, da loro con cura selezionati, avrebbero ben ragione di stufarsi.
Questo l’ho constatato personalmente, oggi come in passato, a San Sebastiano, quando ci si vantava, già nel 2001 e prima ancora, di attuare tra i primi nel vesuviano la raccolta differenziata, che però finiva tutta, vetro a parte, tutta nello stesso camion.
Credo inoltre che non sia stata abbandonata la logica della discarica e probabilmente buona parte dei nostri rifiuti è lì che va a finire, nelle aree protette come altrove. Il polverone sfruttato ad arte dell’immondizia campana a giovato chi ha vinto le elezioni nazionali e che probabilmente favorirà chi costruirà i cinque termovalorizzatori campani, che si tenga ben presente avranno un residuo di scorie di combustione da smaltire comunque in discarica.
Si sa che la gente non vuole la spazzatura per strada e spesso le mani non se le vuole neanche sporcare, ma è anche vero che il bizantino risultato di questa storia è che la spazzatura stavolta ce l’abbiamo dentro e fuori e non possiamo neanche lamentarci.
Salute, Ciro

lunedì 5 gennaio 2009

Proposta di scambio link

Buongiorno,

Sono il webmaster del sito di turismo www.dolorean.com. Vorrei effettuare scambi di links con altri siti per poter migliorare l'indicizzazione dei nostri siti nei motori di ricerca. Oltre a www.dolorean.com gestisco anche altri siti di altre tematiche e in varie lingue. Se siete interessati ad effettuare uno scambio di link vi prego di contattarmi a questo indirizzo: webmaster@dolorean.com.

Cordialmente,

Luca

fairbanks-142.blogspot.com

Scrivere su questo blog ha significato molto per me. E' stato un confrontarmi con gli altri ma allo stesso tempo anche con me stesso, è stato un crescendo continuo, un acquisire esperienza seguendo la mia indole, e senza scendere a compromessi.
Ho potuto esprimere quello che pensavo e soprattutto quello che sentivo. Tutto questo in piena Libertà, la sola fede ch’io conosca.
Grazie alle moderne tecnologie ci siamo tenuti in contatto anche se lontani, e grazie ad esse abbiamo potuto rincontrarci. Abbiamo potuto mettere in comune le cose a noi care condividendole. Ho esorcizzato così ciò che temevo, ho conosciuto aspetti nuovi della mia persona, ma ho potuto anche conoscere meglio molti dei miei amici, che con me si sono aperti ed hanno condiviso i loro pensieri o semplicemente ci siamo confrontati sul modo di vedere il mondo. Tutto ciò è stato semplicemente entusiasmante!
Tutto questo potrà continuare ancora, se vi farà piacere, anche se ho deciso di creare un blog personale. Ma la mia voglia di comunicare è come la mia notoria fame di dolci, insaziabile. Ho deciso quindi di fare questa nuova esperienza comunicativa che come le altre vie già utilizzate ci manterrà sempre più in contatto, malgrado i tempi ottusi e confusi che viviamo.
Grazie a tutti in particolar modo ad Antonio e Vito.
Salute, Ciro

lunedì 8 dicembre 2008

Gabanelli docet! Ovvero Dei nuovi dogmi

-         Ricordo una mia compagna di scuola che negli anni ottanta, candidamente mi diceva: "non credo a quello che dicono i giornali mi sembra più vero quando lo dice la televisione".

Durante la trasmissione Report la primavera scorsa Milena Gabanelli affermava:

" … più che fuggire è ora di cambiare comportamenti se no va a finire che li trasferite solo da qualche altra parte … "

http://www.youtube.com/watch?v=h9DBXcdes0E   (Dalla trasmissione Report -Terra bruciata del 9/3/2008)

Una tale affermazione  risulta essere una forte discriminazione rispetto a chi spesso è stato vittima di politici corrotti, camorra e stampa compiacente. Un palese appoggio ai luoghi comuni, che sono facili da sostenere, e di certo più delle lotte contro i poteri forti, che in questo caso hanno anche nomi e cognomi negli atti giudiziari.

Perché la Gabanelli e soci non intervistano qualche industriale indagato per lo smaltimento illegale dei rifiuti? Eppure ci sono le indagini con nomi e registrazioni!

La stessa giornalista, alla fine del sotto menzionato servizio, affermava: "… è stato bravo e gli va riconosciuto [Berlusconi] …" in questo caso spero sia stata ironica visto il tenore del servizio, esplicitamente critico con l'attuale governo. Se invece la si ascolta in seguito, riferendosi all'arresto di chi sversa abusivamente rifiuti, afferma: "… era ora perché i camion che sversano non piovono dal cielo …" Ma se i camion arrivano anche da altre regioni perché fare una legge ad hoc solo per la Campania?

http://www.youtube.com/watch?v=CFgDSlM_X5g   (Aggiornamento al servizio Terra bruciata del 16/11/2008)

E' evidente che tutto quello che accade nella nostra martoriata regione è frutto di grandi e piccole colpe, ma credo ci sia malafede nel puntare il dito solo su chi è il più debole. Qualcuno potrà sostenere che in realtà i servizi di Report smuovono molti polveroni, denunciando spesso l'italico malaffare, ed è in buona parte vero, come lo è anche il fatto che quando si attacca una delle parti in causa c'è sempre un contendente dall'altra ad appoggiare le tesi della trasmissione e a farsene paladino.

Questo rende talvolta inattaccabile una tesi perché la metà degli italiani o buona parte di essi la sposa. A meno che, non si tocchi qualcosa che oggi potremmo definire bipartisan (baipartisan please!).

Ecco creato un nuovo dogma! L'infallibilità di talune trasmissioni e di taluni giornalisti. La cronaca degli ultimi anni ci ha mostrato l'impegno di trasmissioni come Striscia la notizia, Le Iene, Chi l'ha visto e simili nello smascherare truffe e svelare scandali altrimenti assopiti. Non tutti però sono stati attenti alle alterne vicende delle suddette trasmissioni improvvidamente investitesi della carica d'inquirente. Non tutti ricorderanno come il Mastella junior mise "a posto" la iena raccomandata Alessandro Sortino. Chi mai s'è scandalizzato per le gratuite affermazioni nei confronti dei Rom nelle trasmissioni di Chi l'ha visto per il caso di Denise Pipitone? Si ricordi che l'unico indagato al momento è un membro della famiglia della piccola Denise e nessun nomade è stato mai incriminato. E non mi soffermerò più di tanto sulle crociate di Striscia… contro maghi e ciarlatani ma ben dimentichi delle magagne in quel di Arcore. Ma si sa, tra uno spot e l'altro anche questo fa audience.

Fermo restando che le mie opinioni restano tali, personali e non assolute, ma semplicemente ragionate, mi chiedo, ma dov'è finito il sano scetticismo, dov'è andato il senso critico che ci rende differenti dalle bestie.

Salute, Ciro

 

mercoledì 3 dicembre 2008

e 2.000

Regali di Natale

Attorno a me vedo parecchi disoccupati che scorrazzano con automobili di lusso e che riscuotono sussidi che non gli spetterebbero.

Ora c'è questa fantomatica carta che fornirà qualche centesimo al giorno alle famiglie con un reddito molto basso.

E' probabile però che gli unici che meriterebbero tali agevolazioni non vi avranno accesso perché stranieri, infatti è verosimile che siano questi gli unici che, vivendo situazioni che rasentano la reale miseria, potrebbero apprezzare simili misure assistenziali.

Gli italiani invece, esclusa una esigua minoranza, probabilmente la snobberanno perché molti di loro hanno un tenore di vita che va ben oltre i seimila euro annui, e quindi i 40 € mensili non aggiungerebbero gran che alle loro necessità. In effetti ammesso che il basso reddito fosse sintomo di reale necessità e non di mancata dichiarazione dei redditi è palese la disparità tra necessità e offerta.

Probabilmente c'è la speranza da parte del nostro governo oltre di un ritorno d'immagine il tentativo di incentivare le spese ormai stagnanti, magari sotto Natale dove tutti spendono un po' di più. Credo però che, sia gli acquirenti che gli esercenti, non trarranno alcun beneficio da questo provvedimento fittizio.

Un altro bel regalo natalizio sarà invece recapitato a tutti coloro che si erano adeguati alle fonti d'energia alternative agli idrocarburi, i quali, fiduciosi anche in un contributo statale, previsto da precedenti disposizioni (vedi decreto Bersani), se lo vedranno negare, tra l'altro, con un inedito "silenzio diniego". Forse perché la nuova vulgata è il nucleare ad ogni "costo"? O perché rientra nella logica di favorire le lobbies industriali?

 

Nel frattempo però ci si arrovella la mente sulla giustezza dell'aumento dell'IVA a Sky e se la televisione satellitare sia imprescindibile o meno, come se non si trattasse di un bene veniale. Questi sono i nostri tempi, e questo è l'ordine dei nostri valori.

Salute, Ciro

 

lunedì 1 dicembre 2008

Specchio dei tempi

Il nostro caro presidente del consiglio con lacrime di commozione ha sancito il passaggio di forza Italia nel PDL .

Dopo quattordici anni di fervente e assidua presenza nel panorama politico italiano, il movimento/partito cessa il servizio per la causa liberista e sfocia in un qualcosa di più vasto, e, apparentemente, ancora sconosciuto.

Nel novantaquattro, quando il cavaliere scese in campo, i più lo presero con ironia, qualcuno si scandalizzò, ma molti lo sottovalutarono ma infine fu lui a vincere, iniziando una prolifica e proficua carriera politica.

L'errore più grave, ammesso che lo si voglia definire tale e non una scusante all'insipienza politica della classe politica tradizionale, fu quello di stigmatizzare il buon Silvio come il male assoluto della nostra società. Non ci si rese conto che forza Italia ne era il frutto, non era che l'abito perfetto da far indossare alla società italiana, un punto d'arrivo o forse di partenza dell'italiano del nuovo millennio.

Sono convinto però che se non ci fosse stato Silvio Berlusconi a prendere le redini dell'Italia post-tangentopoli, prima o poi ne avremmo avuto uno più o meno simile e magari, "di sinistra".

Uno dei suoi grandi meriti, a sentirlo, è stato quello di aver dato agli italiani un nuovo concetto di televisione, ventiquattrore di trasmissioni no-stop, contro i ben più ridotti palinsesti statali dell'epoca della sua ascesa.

Se bastasse solo questo a migliorare un paese!

Io ricordo invece con nostalgia quando si aspettava la tv dei ragazzi alle cinque del pomeriggio, e ricordo con quanta emozione si assisteva ai film della Fiera della casa, quelle meravigliose mattinate di giugno, o la gioia per gli scanzonati Giochi senza frontiere di quelle spensierate sere d'estate. La televisione non era che una parte, neanche tanto rilevante, delle nostre giornate, suddivise tra scuola, che all'epoca durava molto meno, passeggiate in campagna e le interminabili partite a porta romana sotto casa.

Adesso purtroppo i prodotti televisivi son ben diversi, perché lo sono i fruitori stessi. L'italiano, dal dopoguerra in poi, ha acquisito o ha cercato di farlo, una consapevolezza sempre maggiore delle proprie necessità, o presunte tali. La televisione ha contribuito a forgiare una coscienza della propria emancipazione da un concetto patriarcale di stato, e in questo è sopraggiunto infine Berlusconi, pigmalione delle italiche velleità. Il pifferaio magico è tornato stavolta in aiuto di tutti coloro che vedevano frustrate le loro aspirazioni e oggi le vedono concretizzate nel messaggio teletrasmesso.

Una nuova epica giullaresca si diffonde nell'etere.

In questo gioco del dare-avere , di duplice influenza tra media e cittadino, dove invece dei Fratelli Karamazov si offre l'isola dei famosi, dove invece di grandi inchieste si offrono telegiornali spettacolo, dove le notizie stesse sono degli spot criptati, a proposito, non so se avete notato lo spot di un prosecco tanto apprezzato dalla first lady Obama sul tg1.

Dal canto mio, rischiando di essere retorico, preferisco rimanere un po' Peter Pan, ostinandomi coscientemente ad essere malinconicamente attraccato ai miei ricordi d'infanzia quando il cielo era celeste di un celeste che più non si poteva e il verde era brillante e griili e cicale erano la colonna sonora delle mie giornate.

Salute, Ciro

 

giovedì 20 novembre 2008

Facebook



L'evoluzione tecnologica incalza, e nuovi strumenti sempre piu' sofisticati (e sfiziosi) si rendono disponibili. Invitiamo pertanto i nostri pochi ma affezionati lettori a seguirci su Facebook (www.facebook.com) dove da poco esiste un gruppo "Ex alunni liceo scientifico San Sebastiano al Vesuvio", dove il "pariamiento" proseguira' con rinnovato vigore, altri amici verranno ritrovati, e le ormai irrinunciabili catilinarie del nostro amato Ciro potranno contare su una audience globale !!!

Totonn'o'uebbmaster

mercoledì 12 novembre 2008

Se bastassero le nostre esperienze negative o positive a far valere un principio allora non esisterebbero più principî.

Salute, Ciro

Efficienza dei servizi pubblici al Nord.

Genova, novembre 2008.

Mia moglie si reca presso la ASL per richiedere l'assistenza sanitaria temporanea,
che ci spetta in qualita' di residenti temporanei sotto la Lanterna.

La persona allo sportello pianta una quantita' incredibile di difficolta' assurde.

Arriva a dire che il tesserino sanitario (quello nuovo, formato badge, col codice fiscale )
"non puo' essere usato in Liguria perche' non riconosciuto dai sistemi informatici " (sic!).

Poi tira fuori una procedura (che spero sia inventata) secondo cui, per richiedere l'assistenza sanitaria temporanea, il candidato assistito deve prima trovare un medico "disposto ad accettarlo come paziente" che controfirmi la richiesta (visto che "i medici non hanno piacere di fare assistenza temporanea" - e da quando un "dovere" e' diventato un "piacere"? ) e poi presentarsi allo sportello ASL.

Allo sportello ci tornero' io, e spero ardentemente di trovare la stessa persona per poterlo incenerire con tutte le armi della logica e della dialettica di cui puo' essere capace un brillante abitante della Magna Grecia momentaneamente distaccato in Liguria.

E mentre passo il tempo a pregustare il momento del nostro incontro, recito un mantra:

Forza Brunetta. Vai avanti. Forza Brunetta. Vai avanti.

E se davvero esistono medici alle dipendenze dello Stato che si arrogano il diritto di selezionare
i propri pazienti, non ti fermare e vai avanti fino a quando questa gente non avra' trovato un mestiere piu' adatto alle proprie inclinazioni.


Antonio.

P.S: Ciro: mi spiace per te , ma nel mantra non mi rivolgo alla vocalist dei Ricchi & Poveri.

giovedì 6 novembre 2008

Southern Man

Se là fuori c'è ancora qualcuno che dubita che l'Italia sia un luogo dove tutto è possibile ...

sabato 1 novembre 2008

Riflessioni sul Camino

A quanti mi chiedevano cosa cercavo nel Camino de Santiago, spesso rispondevo in maniera elusiva che le ragioni erano tante, culturali, spirituali ma non religiose! Addirittura sportive!

In realtà non ne ero ancora sicuro del tutto. In effetti, come in tutte le cose nuove, nel mio primo viaggio come nel secondo, ero attirato dalla voglia di conoscere, da quella sana curiosità che dovrebbe esistere in ognuno di noi per espandere le nostre conoscenze, o per lo meno non farle ristagnare in un pantano televisivo!

Poi però mi sono ritrovato in situazioni inaspettate.

In realtà come ho già accennato altrove il mio Camino, è sui generis, e del resto per chi non lo è? Ma le difficoltà e le situazioni nelle quali mi sono imbattuto, farebbero però storcere il naso anche al meno ortodosso dei pellegrini.

L'essermi messo in viaggio con famiglia al seguito, infatti, non solo è risultato oneroso e complicato, ma mi ha anche impedito quel distacco che sarebbe stato opportuno mantenere dalle vicissitudini domestiche. In verità i brevi ma intensi contatti con gli altri pellegrini negli albergues hanno lasciato un ricordo indelebile in me e nei miei familiari e ci hanno fatto intendere quello che ci perdevamo, ma allo stesso tempo vivere, come nel precedente viaggio (Leon-Santiago), l'esperienza del Camino con i miei non è stata esperienza da poco. Basta considerare il fatto che i bambini si avviano a essere ragazzi, e mi hanno anche accompagnato in alcune tappe del percorso, ma appunto i loro due anni in più ci hanno permesso di vedere, anche attraverso i loro occhi quest'esperienza in modo diverso.

Ho parlato di difficoltà, ebbene sì, la vita, in Spagna come in Italia, è aumentata sensibilmente e il transitare di giorno in giorno per i diversi hostales (in genere equivalenti alle nostre pensioni, ma con standard qualitativi non sempre omogenei) è risultato alquanto oneroso. Non vi dico poi quando il nostro fido destriero O'Paliatone, dopo 127.000 chilometri di onorato servizio ha deciso di darsi una pausa di riflessione e stanziare presso una "meridionalissima" officina di Malaga (ovviamente a fine Camino).

Tornando a quel che si cerca in avventure come questa, perché, mai come quest'anno, la si può definire tale. Devo ancora una volta sostenere la massima di a cada uno su Camino, che purtroppo puntualmente viene infranta. La regola del rispetto dell'altrui libertà è disattesa sulla strada come altrove. Nei miei ottocento chilometri percorsi (350 del primo viaggio più 450 del secondo) ne ho viste di tutti i colori, ho incontrato persone che affrontavano il Camino in maniera pressoché agonistica, non accorgendosi talvolta dei tesori che li circondavano, e non mi riferisco solo alle bellezze naturali e artistiche, ma anche e soprattutto a quelle umane. Nei confronti di questi però non si pensi che il mio accenno sia critico, bensì semplicemente enumerativo, del resto io stesso per le più svariate ragioni sono stato costretto, talvolta, a privilegiare il pragmatismo a dispetto del "bello", al lirismo della realtà che ha circondato il mio viaggio. Ho incontrato poi persone che affrontavano il Camino seguendo i vari gradi della religiosità, ammesso che sia opportuno, o quantomeno possibile quantificarla. Ho incontrato persone con difficoltà fisiche, anche gravi, e che se la prendevano più allegramente di tutti! Ho incontrato persone con zaini stracolmi e altre a passeggio con solo una semplice borraccia, tutti, nella quasi totalità, affratellati dal bene comune del Camino.

Suddetta premessa vale a distinguere dal computo una certa categoria di persone che probabilmente dimentichi della cristiana e umana virtù dell'umiltà, o semplicemente irrispettosi di chi ha di fronte, giudica!

Dal semplice abbigliamento alla critica motivazionale. Come se tutto ciò non valesse anche per la vita quotidiana.

Mi chiedo se queste persone non facciano più male allo spirito del Camino della tanto criticata e bandita commercializzazione dello stesso.

In verità da anni si fa un gran parlare del Camino de Santiago, vuoi per effettivo interesse e voglia di approfondimento, vuoi per sfruttare l'onda di qualche libro alla moda. Il fatto stesso di parlarne non deve essere però fine a se stesso, non deve essere affrontato sterilmente come alcuni giornalisti hanno fatto, riportando talvolta, (mai peccato più grave!) di seconda mano fatti non vissuti direttamente, o ancor peggio non assimilati. Dico questo perché se leggo o sento che ormai il Camino non è altro che un fenomeno commerciale o alla moda, dall'alto dei miei chilometri sostengo che costoro, oltre a non aver percorso un metro non hanno letto una riga a riguardo. Infatti, da che mondo è mondo molte delle cose umane, si reggono anche sull'economia, gran parte delle opere d'arte della nostra storia sono nate anche perché pagate. Michelangelo e compagnia non facevano certo beneficenza, quindi, tanto del bello che s'incontra lungo il Camino è nato, sin dall'antichità, grazie ad esso e all'economia che ha mosso. Molti paesi della Castiglia, della Navarra o della Galizia e le loro bellezze, forse non esisterebbero proprio se il passaggio, anche monetario dei pellegrini non avesse alimentato la loro ragion d'essere, ieri come oggi.

Tornando alla domanda iniziale proverò a rispondere con questi pensieri scritti di getto lungo il tragitto.

- Adesso so che quel che cercavo era la forza. Quella che ti aiuta ad affrontare la vita, che ti sostiene quando sei affranto, quella che ti spinge a rialzarti quando cadi.

Mi chiederete se l'ho trovata?

No!

No, perché la si può trovare solo nell'esperienza della vita di tutti i giorni, nell'attitudine di confrontarsi con se stesso e con gli altri nei contesti più disparati. Non come nel porto franco del Camino, meraviglioso ma limitato rispetto alla vita.

Del resto come ci si può rapportare a essa? La vita che si rinnova continuamente, dove nulla è scontato, la vita che non è un'abitudine.

Salute, Ciro

 

 

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